Verdi non è di Parma

Marco Corradi

ISBN. 979-1-259-56084-1

Pagine: 224

24.90

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L’opera di Marco Corradi si propone di dimostrare la «piacentinità» di Giuseppe Verdi, ampliando l’analisi realizzata dalla studiosa statunitense Mary Jane Phillips-Matz. Il Maestro nasce nella «bassa tra Piacenza e Parma» il 10 ottobre 1813 da genitori provenienti da famiglie piacentine, da poco trasferitesi dal Ducato di Piacenza a quello di Parma. Nel pieno della sua maturità personale, artistica e professionale, nel 1848, Verdi oltrepassa l’Ongina, il fiume che nell’ultimo tratto del suo corso segna il confine fra le province di Parma e Piacenza. Torna a Sant’Agata, nella terra da cui provengono i suoi avi e dove costruisce il nido per il resto della sua vita, per oltre cinquant’anni. Ritorna così, anche ufficialmente, ad essere del tutto piacentino. Sant’Agata rappresenta quindi il «luogo verdiano per eccellenza», la sua «patria d’elezione». Qui infatti sorge Villa Verdi dove ancora oggi sembra di scorgere il compositore seduto al pianoforte, intento a suonare, oppure sulle rive del laghetto a forma di chiave di violino, dove nuotavano elegantemente i suoi prediletti cigni. Nonostante sia nato in Provincia di Parma, anche se per puro caso poiché quell’anno il padre si trovava a gestire un’osteria in quella zona, il «cigno di Busseto» ha scelto poi di vivere in terra piacentina. Verdi, «piacentino fra piacentini», è legato per amici, conoscenti e familiari alla città di Piacenza ove vivendo in piena sintonia con il genius loci, si è sentito benvoluto, capito e protetto. Ed è proprio questo l’aspetto più importante che l’autore vuole sottolineare, in virtù del fatto che «si sceglie dove vivere, ma non dove nascere». 

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